WIND TRE: “Cessione call center rischia di essere licenziamento mascherato”
“Il progetto di esternalizzazione dei contact center ex H3G rischia di diventare un licenziamento mascherato”. A dirlo Salvo Ugliarolo, Segretario Generale della Uilcom-Uil, in merito all’intenzione di Wind Tre di cedere il servizio annunciata in occasione della presentazione del piano industriale.
“A tre mesi dall’avvenuta fusione tra Wind e Tre che ha dato vita al primo operatore italiano ed al quarto a livello europeo – continua Ugliarolo – ci aspettavamo un piano industriale di rilancio non solo aziendale, ma di prospettiva per il Paese, invece si è optato per una soluzione che, anche in altri casi, si è rivelata fallimentare e che in passato è stata arginata solo a colpi di cause di lavoro e sentenze di tribunali”.
“Una soluzione, tra l’altro, in completa controtendenza con le politiche messe in campo dal Ministro Calenda che mirano a riportare in Italia le attività di call center – prosegue il sindacalista – Wind Tre sceglie di dare in outosourcing il servizio, pur sapendo in che difficili condizioni versano le tante aziende del settore outsourcing. Basta ricordare una delle ultime grandi vertenze che ha visto licenziati oltre 1600 lavoratori”.
“Una scelta sbagliata sulla quale come Organizzazione Sindacale, nell’incontro di lunedì scorso, abbiamo espresso assoluta contrarietà dato che penalizzerebbe soltanto le lavoratrici ed i lavoratori. Per questo invitiamo l’azienda a rivedere i piani e ad aprire un serio confronto, individuando insieme al sindacato soluzioni alternative così come fatto nella storia di quest’azienda che ha visto, fino a ieri, un modello relazionale costruttivo ed approntato a ricercare soluzioni condivise. Diversamente, se Wind Tre proseguirà su questa strada, non ci resterà che aprire uno scontro frontale nell’interesse delle tante persone che con professionalità hanno lavorato in questi anni; oltre a mettere in campo iniziative di mobilitazione e di sciopero, come Uilcom attiveremo tutti i canali istituzionali utili ad evitare la realizzazione di un progetto che mette a rischio il lavoro di 900 operatori. Qualora necessario siamo pronti anche a rivolgerci alla Commissione Europea che ha dato l’autorizzazione all’operazione di fusione” – conclude Ugliarolo.
Roma, 24 maggio 2017