Mi sento ospite a casa mia
Questa comunicato nasce dall’esigenza di comprendere l’arcano mistero che impedisce – quasi scientificamente – a molti autori interni Rai di firmare come tali.
Una rapida rassegna per chiarire di cosa parliamo, a ridosso della stagione e con le redazioni appena formate o in fase di definizione. La prima cifra, nel caso qualcuno confondesse, riporta il numero del autori esterni; la seconda, quando presente, quella dei sopravvissuti interni.
Partiamo dal tennistico 6 a 0 di Domenica In, passando per un 4 a 1 di Geo&Geo, per approdare al non meno devastante 10 a 3 di Uno Mattina.
Come non ricordare poi Storie Italiane, in cui su 8 autori, gli interni riescono ad ottenere ben 2 posizioni, chiudendo con un 6 a 2 di tutto rispetto se paragonato alla Prova del Cuoco, dove è probabile gli autori Rai siano banditi visto il perentorio 8 a 0 che lascia poco spazio alle interpretazioni.
Potremmo continuare passando in rassegna I Fatti Vostri, dove la plancia di comando è affidata a soli 3 autori esterni – su un totale di 3 – per concludere poi con un fuori campo messo a segno da La Vita in Diretta che chiude segnando un 18 a 1 che merita qualche riga di silenzio.
Ovvio, questi dati fanno riferimento soltanto ad una parte della immensa produzione Rai, che annovera molti altri prodotti e altrettanti canali, forse meno blasonati ma non per questo inferiori in termini assoluti.
Forse in quei luoghi più distanti dalle dinamiche del mercato è possibile vengano utilizzati con maggior frequenza autori interni che pure devono esserci in un’azienda di contenuti radiotelevisivi.
Assolutamente no!
La Posta di Yo Yo, 3 a 0; L’Albero Azzurro, 4 a 0; Bumbi, 3 a 0; Top Music, 1 a 0; Gulp Music, 1 a 0. È commovente sapere che a Sport Stories strappiamo un pareggio che sa di rivincita: 1 a 1.
Ed è mitico il risultato di Snapping: 0 a 1 per noi e tutti a casa.
Se qualcuno pensasse che questi sono casi sporadici, rispondiamo subito di no. Questa è la norma. La prassi.
Una prassi che del resto si allarga ad altri ambiti editoriali, area in cui risulta arduo trovare posizioni importanti assegnate a personale interno. Ci sono e di assoluto valore, ma in termini numerici non spostano di molto gli indici percentuali.
Gli inviati, per fare un altro esempio, soffrono lo stesso triste destino. Utilizzati per riempire gli spazi incomprensibilmente lasciati liberi dai contratti esterni, molte volte si trovano a dovere subire trattamenti al limite dell’umiliante.
La responsabilità sta tutta nelle mani colpevoli di chi non controlla, per incapacità, connivenza o peggio ancora accidia; nelle mani di quanti dovrebbero lavorare per garantire efficienza e al contrario sottoscrivono spese folli e spesso immotivate.
Continuamente declassati a meri operatori passivi (banali tappetini d’immagini, copioni elementari, regie monocamera, compilazione di schede ospiti, trasporto di materiali audio e video) i colleghi interni si trovano spesso alle dipendenze di chi nulla avrebbe da insegnare loro se non l’abilità nel crearsi un fitta e potente rete di relazioni.
Il CCL ha finalmente riconosciuto le figure dell’Autore e del Regista; il sindacato ha fatto il suo dovere affermando l’importanza e la centralità di questi profili nella produzione, ora spetta alla Rai fare in modo che gli sforzi profusi non rimangano lettera morta.
La Segreteria Regionale chiede un tavolo di confronto su questi e molti altri dati che – è bene sottolineare – sono esemplificativi di un sistema che non potrà mai incontrare l’accordo sindacale. La permeabilità è vitale, ma senza una regola diventa una falla pericolosa se non del tutto letale.
Roma, 20.09.2018
La Segreteria Regionale UilCom Roma e Lazio