Comunicato Vodafone – Contributo per Rinnovo CCNL
Ogni volta che si rinnova un CCNL, in qualunque categoria, assistiamo sempre alla stessa polemica, da parte di certi sindacati autonomi, e ad azioni strumentali a delegittimare il lavoro delle sigle confederali.
La quota contratto volontaria da parte dei non iscritti esiste da sempre perché ogni impegno ha un valore, anche economico.
Ciascun lavoratore e ciascuna lavoratrice, a seguito della specifica comunicazione che viene diffusa coi canali appropriati dalle aziende, in ogni occasione dei rinnovi contrattuali e nel rispetto delle tempistiche, può scegliere di aderire o meno alla contribuzione straordinaria (clicca qui).
Il lavoro sindacale ha un costo, in termini di impegno politico e anche in termini materiali: i contratti vanno stampati, l’affitto delle sale per le trattative va pagato, così come vanno pagate le trasferte, il tempo dei funzionati che fanno centinaia di assemblee, gli spostamenti. Tutti questi costi vengono sostenuti con il contributo dei lavoratori, dal momento che il sindacato non beneficia di nessun finanziamento pubblico.
Coloro tra colleghi e colleghe che non intendono versare il contributo straordinario, come chiesto ai non inscritti per l’Accordo di Programma (approvato, lo ricordiamo, nelle assemblee dalla maggioranza dei lavoratori votanti!), possono liberamente scegliere di non farlo. Ma altrettanto liberamente – e coerentemente! – possono, coloro che non credono nel valore della tutela collettiva, chiedere all’azienda di non applicare loro, il CCNL e di farsi carico di negoziare un contratto individuale, ad personam. Con quali garanzie, poi, sarebbe tutto da vedere.
Allo stesso modo, coloro che a suo tempo non hanno sottoscritto l’accordo aziendale sull’erogazione del Premio di Risultato o che hanno votato NO a quell’accordo, hanno ora la magnifica opportunità di mostrarsi coerenti: rinuncino al Premio o chiedano all’Azienda di devolverlo in beneficienza. Sarebbe un esempio di dignità, non di meschinità, di chi fruisce di certi vantaggi individuali, ma sottovaluta l’importanza di una rete di garanzie collettive.
Questa costante di voler mettere sotto processo chi si impegna in un percorso negoziale mai facile, ma sempre nell’interesse dei lavoratori, cela (ma neanche tanto) una profonda inadeguatezza nel farsi carico di un progetto collettivo volto alla tutela della stragrande maggioranza di lavoratrici e lavoratori.
Roma, 25 maggio 2018
Delegazioni Fistel-CISL SLC-CGIL UilCom-UIL