V° Congresso Regionale UILCOM Roma e Lazio
Buongiorno a tutti,
oggi si entra ufficialmente nella fase congressuale, un periodo di confronto che ogni regione d’Italia si appresta a svolgere e che porterà tutti al V Congresso Nazionale Uilcom, il quale si svolgerà dal 21 al 23 maggio prossimo a Milano.
Noi, Roma e Lazio, saremo presenti con il maggior numero di delegati.
Questo congresso arriva a pochi mesi dal mio precedente insediamento, avvenuto, come ricorderete, in una condizione di straordinarietà con tutto ciò che ne è derivato in termini pratici.
In quell’occasione non è stato possibile descrivere in maniera precisa come avrei voluto portare avanti il mio incarico, quali le priorità e quali gli obiettivi; oggi spero di potermi presentare in maniera più completa, senza inutili lungaggini, ma toccando quei pochi punti che ritengo fondamentali per inquadrare il nuovo corso della Segreteria UILCOM di Roma e Lazio e, di conseguenza, di tutti quelli che ne faranno parte.
Nel preparare questa giornata la mia priorità è stata diretta su come impostare la relazione: ricalcare un asettico “stato dell’organizzazione” oppure provare a disegnare qualcosa che rendesse più concreto il filo logico che avrei voluto condividere con tutti voi?
Oggi ho scelto la strada, per così dire, filosofica, un po’ per sfida, un po’ perché se riuscissi a farvi percepire anche solo parte di quel progetto che ho in mente e di come raggiungerlo, incredibilmente sembrerebbe più concreto e quindi realizzabile.
Per rendere chiaro il contenuto, serviva un simbolo, qualcosa che potesse rappresentare graficamente il concetto stesso del cambiamento; dopo un articolato e complesso confronto abbiamo optato, tutti insieme, per quell’albero che trovate un po’ dappertutto.
L’albero in sé è un simbolo dalle mille interpretazioni e quello che abbiamo scelto noi non fa distinzione in quanto si presta ugualmente a diverse declinazioni, tutte giuste e tutte condivisibili. Ma quella che interessava a noi era una e soltanto una!
Alla base c’è, come vedete, il nostro logo, che potremmo individuare come la radice su cui poggia tutta la struttura; a radici salde, corrispondono rami altrettanto robusti.
I rami appunto, che si snodano da un bel fusto, che è l’architrave che li regge e dà loro ampiezza; i rami potrebbero essere i nostri settori ed il busto i nostri Segretari che si allungano nelle aziende e di conseguenza nel territorio.
Infine ci sono le foglie. Ecco, le foglie, nel nostro impianto generale, rappresentano la parte più complessa da esporre, più sofisticata e più delicata. Per questo motivo le abbiamo colorate, le abbiamo umanizzate, ed infine le abbiamo moltiplicate: sono le nostre RSU/RSA.
Ora prendete la cartellina e giratela, un po’ come fosse uno dei celebri quadri di Arcimboldo: in questo momento vedete l’organizzazione sindacale della UILCOM per come la vedo io e per come sono convinto dovrebbe essere percepita da tutti noi. Alla base adesso ci siete Voi e soltanto Voi, le nostre RSU/RSA, che tutti i giorni si misurano con i colleghi all’interno delle aziende portando avanti con dedizione, impegno, tenacia e competenza le idee e i valori della UILCOM, creando in molti casi quel valore aggiunto che ci permette di fatto di essere una grande Organizzazione. Il resto, l’organizzazione, i segretari, tutti quelli che in qualche modo orbitano attorno alla Segreteria, rappresentano l’apice di una piramide che poggia sulle Vostre basi.
Questo deve essere chiaro a tutti. È un concetto a cui dobbiamo sempre far riferimento; un concetto che può sembrare banale, ma che proprio per tale ovvietà molte volte non viene messo in pratica con la dovuta attenzione.
Tutto ciò non deve tradursi in uno stravolgimento dei ruoli, sia ben chiaro. Le RSU, benché abbiano titolarità riconosciute per legge, non possono né devono sostituirsi in nessun grado di interlocuzione a quelli che sono ruoli e responsabilità di ognuno all’interno dell’organizzazione.
La democrazia funziona solo all’interno di un complesso e rigido sistema di regole condivise. Il resto è anarchia.
La Segreteria territoriale, riferimento diretto delle RSU, deve quindi supportare le nostre RSU/RSA formandoli, tramite corsi mirati ad assicurare una competenza ed una padronanza altrimenti impossibili, assistendoli e guidandoli attraverso la disponibilità a chiarire dubbi o perplessità. Sono loro il primo riporto e il riferimento unico altrimenti si generano dannosi ed inutili equivoci. La rappresentatività sul territorio si conquista con il merito, non solo con il consenso personale che può scaturire da capacità relazionali superbe, ma inutili ai fini sindacali.
È in questo senso, che il territorio deve far sentire la propria presenza, valorizzando chi realmente sente il bisogno di mettersi a disposizione della collettività e rimettere al centro delle nostre discussioni gli interessi comuni, il bene collettivo, le tematiche del lavoro, la speranza e quel senso etico e morale, che per molti anni sono stati i valori del Sindacato. Come diceva uno spot di qualche anno fa: “La potenza è nulla senza controllo”, anzi, aggiungo, a mio avviso, in alcuni casi è dannosa. Ed il controllo delle proprie potenzialità si ottiene soltanto con la formazione, capitolo che stiamo mettendo decisamente al centro del progetto. Ad oggi infatti, si sono già svolti due corsi di formazione di primo livello ed un terzo verrà calendarizzato a breve, coinvolgendo circa 60 Rsu/Rsa, come il potenziamento dell’ufficio di segreteria, il rilancio del nostro sito internet e tutte le piattaforme social strumenti oramai indispensabili per comunicare con i Lavoratori e il mondo esterno, la presenza codificata per il momento una volta a settimana in sede del nostro Ufficio Legale, un servizio CAAF e Patronato in grado di dare risposte a passo con i tempi e stiamo lavorando per fornire un ampio pacchetto di convenzioni a tutti gli iscritti. Quindi, riassumendo, la centralità del territorio, il rispetto dei ruoli e la presenza capillare nelle aziende sono alla base della nostra organizzazione.
Il ruolo delle RSU è fondamentale per la Mia visione sindacale, proprio per questo Vi chiederei di tornare a svolgerlo al meglio. Capita spesso a me, ma, suppongo, anche a molti di Voi di partecipare a riunioni che richiederebbero maggiori risposte pratiche da portare ai Lavoratori e che puntualmente prendono una deriva politico/filosofica.
Così d’improvviso scopri di stare al tavolo con novelli strateghi, che producono soluzioni fantastiche, che immaginano proiezioni da qui a 10 anni del mondo del lavoro, ma non sono in grado di dirti quanti iscritti hanno nei loro settori di competenza o non ricordano a quando risale l’ultimo comunicato redatto dalla loro sapiente mano.
Quindi vi chiedo:
Torniamo ad ascoltare i Lavoratori…
Torniamo a comunicare le nostre iniziative e le nostre proposte….
Torniamo a spiegare l’importanza di avere un sindacato forte nei luoghi di lavoro…
Torniamo a riprenderci il nostro ruolo con serietà e realismo: questo è un monito per tutti, nessuno escluso.
Ciò non deve tradursi in una totale apatia verso il contesto generale del nostro settore, sia chiaro; soprattutto per voi che siete qui in veste di quadri sindacali. Saper rispondere a domande concrete non esclude che si debba conoscere anche la cornice generale e il contesto in cui ci muoviamo.
Il settore che noi rappresentiamo è senza dubbio uno dei più dinamici; momenti come quello di oggi servono anche a dare i giusti spunti per potersi orientare in un mondo in continuo cambiamento.
A partire ad esempio dal settore delle TLC, dove la regolamentazione pervasiva nell’ultimo decennio ha provato con difficoltà a promuovere investimenti infrastrutturali degli operatori. Questo approccio, di fatto, ha frenato la concorrenza, lasciando isolato l’operatore dominante (TIM). Ora la convergenza tecnologica sta permettendo la fornitura di medesimi servizi tramite reti alternative (rete telefonica tradizionale, rete Tv via cavo, rete telefonia mobile).
In questo quadro, la soluzione intrapresa in Italia è stata quella della “rivendita” di un soggetto proprietario dell’infrastruttura di rete che non è a sua volta un operatore, che “vende” capacità di banda agli operatori; il caso OPEN FIBER (nata nel 2015, 50% Enel e 50% CDP EQUITY gruppo Cassa depositi e Prestiti).
OPEN FIBER oltre ad introdurre il nuovo modello di business Wholesales, ha inaugurato anche il salto tecnologico: tutta fibra ottica con capacità trasmissiva futura fino a 40Gbps.
In questo contesto Tim, stando alle ultime dichiarazioni, starebbe decidendo di percorrere la strada della separazione tra operatore e infrastruttura, con la creazione di una società ad hoc per ora di totale proprietà Tim. OPEN FIBER potrebbe decidere a sua volta, acquistando le licenze, di diventare esso stesso operatore.
Quelle accennate ora sono però alcune annotazioni di carattere generale che dipingono un contesto complesso e che per questo richiederanno un approfondimento politico con la Segreteria Nazionale, anche alla luce delle indagini su Tim avviate dall’AgCom per abuso di posizione dominante e dei ricorsi mossi ad Open Fiber da Fastweb e Tiscali a causa dei ritardi nell’attivazione delle reti.
A queste, si affiancheranno considerazioni altrettanto delicate da fare sul tema Rai Way, Ei Towers, Persidera ed Inwit.
Soltanto alla fine di queste complesse operazioni politico/finanziarie saremo realmente in grado di comprendere come si posizionerà l’intero settore.
Il tema delle TLC, però, non sarebbe esaustivo se non contemplasse nella sua disamina anche i risvolti per così dire pratici, ed in questo la nostra regione ha pagato e continua a pagare un prezzo altissimo in termini occupazionali. Le dinamiche che intercorrono tra i vari gestori e le politiche internazionali che molte volte guidano tali dinamiche, hanno causato un riassetto che potrebbe riassumersi così:
- Tim negli ultimi anni ha ridotto il personale da 120 mila addetti a circa 48 mila senza misure traumatiche ma con una serie di interventi di efficientamento che in larga parte sono stati pagati dai sacrifici e dalle riduzioni salariali dei lavoratori.
La mancanza di uno piano serio da parte del Governo in un settore strategico per il Paese come le TLC, la miope ed indeterminata strategia industriale di TIM, rendono necessario e non più rinviabile un confronto. Confronto a questo punto, secondo noi, che necessità di un tavolo composto da Governo, Azienda e Sindacato. - VODAFONE nel 2013 ha chiuso una procedura di riduzione del personale con il criterio della non opposizione al licenziamento per 700 persone, da allora sono aperte iniziative di incentivazione all’esodo. BT Italia, dopo la procedura di licenziamento del 2013 con 122 fuoriusciti, ha aperto nel 2017 una nuova procedura di licenziamento collettivo per 280 persone, chiusa con solidarietà per 10 mesi e 150 persone uscite col criterio della non opposizione al licenziamento, anche qui la gran parte sulla sede di Roma;
- Stesso percorso adottato da Wind3 con numeri molto più alti, con la cessione di ramo delle attività di call center 3 a Comdata;
- Fastweb si attesta sui 2200 dipendenti dopo la cessione di ramo dei tecnici a Huawei;
- Ericcson che dall’arrivo di Huawei e poi di ZTE è entrata in fase di crisi con forti incentivazioni all’esodo in procedura di licenziamento (circa 500 persone), per poi operare 300 licenziamenti nel 2017, e quest’anno 2 cessioni di ramo verso le aziende Atlantica sistemi e la multinazionale Infra sistemas per un totale di 250 lavoratori, e il conferimento di ramo, ancora in corso, di 500 persone, di cui 100 esuberi, in una società 100% Ericsson di nome EXI che richiede l’abbattimento del costo orario del 30%, in tale direzione è stato data disdetta del CCNL TLC, questa operazione è giustificata da Ericcson per permettere a EXI di competere nel settore dell’impiantistica con aziende tipo Sielte, Sirti, Valtellina etc.
Un passaggio a parte merita il capitolo dei Call/Center con il saldo negativo pagato in termini occupazionali, e ne cito uno in modo esemplificativo: Almaviva con la perdita di 1666 posti di lavoro.
- I primi mesi dell’anno 2017 il settore dei call/center sembrava in balia di una crisi strutturale e normativa che ne pregiudicava la tenuta, negli ultimi mesi dell’anno si sono registrati segnali di un rinnovato interesse, anche istituzionale, per l’intero settore sono stati come uno slancio in avanti che fa ben sperare per il prossimo futuro.
- Nel mese di dicembre la Commissione Bilancio della Camera bocciava l’emendamento alla legge di stabilità che prevedeva una modifica all’art. 24bis del decreto legge 22 giugno 2012 n. 83. Tale modifica, se approvata, avrebbe escluso i call center interni alle imprese dagli obblighi di iscriversi al Registro degli operatori di comunicazione esentandoli dal dichiarare ad inizio telefonata l’ubicazione dell’operatore che rispondeva. E’stato quindi sventato un tentativo di rendere vani tutti gli sforzi ed i raggiungimenti sindacali per arginare le delocalizzazioni.
- E così, sempre nel mese di dicembre, un decreto del Ministero del lavoro stabiliva i riferimenti del costo del lavoro da considerarsi nelle gare di appalto per i servizi di call center degli enti pubblici. Il valore fissato a 0,4282€ al minuto di conversazione per un operatore al terzo livello, in un settore in cui il costo del lavoro incide per l’80% dei costi totali, rappresenta un primo passo non solo arginare le gare al massimo ribasso ma anche per iniziare a restituire un senso di dignità professionale ai tanti lavoratori che pur nelle difficoltà ogni giorno svolgono il proprio lavoro con scrupolosità e preparazione.
- Anche a fronte di un momento complicato e di profondo cambiamento per l’intero settore, siamo riusciti attraverso il rinnovo del contratto a ribadire la validità strategica della filiera di questo settore come cardine imprescindibile per lo sviluppo e la tenuta dell’intero comparto delle TLC.
Mi preme sottolineare come questo ci pone, nei prossimi mesi, di fronte alla sfida di proporre alla controparte un nostro diverso modello di sviluppo e ripresa del settore; questo è l’impegno che ci siamo assunti nei confronti dei Lavoratori, perché al di là delle pragmatiche scelte e dei compromessi, che necessariamente dovremo fare, ancora una volta come UILCOM ribadiremo che il senso di responsabilità non ci farà delegare i diritti dei lavoratori a fronte della produttività e dell’efficientamento aziendale.
Un altro settore particolarmente interessato da importanti cambiamenti è quello del radiotelevisivo, comparto in cui, nonostante le difficoltà, abbiamo rinnovato da poco entrambi i contratti – Rai ed FRT (Federazione Radio Televisioni).
Non dobbiamo dimenticare che oltre alle grandi aziende che conosciamo (Rai, Mediaset, La7, TV2000, Gruppo L’Espresso) esiste un numero importante di emittenti locali per le quali l’unico strumento reale di tutela è appunto il contratto nazionale. La Segreteria ha il dovere di rappresentare tutti; motivo per cui per i prossimi rinnovi la nostra delegazione sarà composta per il vero peso espresso e non più per il blasone.
Nell’ultimo rinnovo di FRT abbiamo potuto toccare con mano come un sano confronto interno tra territorio, Rsu e Segreteria Nazionale, abbia aiutato l’organizzazione a posizionarsi chiaramente rispetto a tematiche che altre sigle avevano dimostrato di aver sottovalutato o comunque non compreso appieno nelle loro pericolose ricadute.
Motivo questo che spingerà la Segreteria Regionale ad affiancare le RSU nel rinnovo del II livello di contrattazione, e a supportarle nella fase di impostazione dello stesso laddove non presente.
Anche in questo settore però è utile fare qualche considerazione di sistema.
Prima fra tutte il coinvolgimento sempre più massiccio del mondo delle TLC, che rende labile il confine tra i due settori; non bisogna infatti dimenticare che player come TIM, Vodafone, Fastweb e Wind3 stanno per inaugurare – o sono già attivi – nella diffusione di contenuti video. Film e serie TV sono venduti come pacchetti aggiuntivi a prezzi concorrenziali per attrarre un maggior numero di clienti. Tim in particolare è coinvolta da tempo anche nella diffusione del campionato di calcio italiano. A questi nuovi attori, si affiancano poi i gruppi internazionali di Broadcasting – Amazon Prime, Netflix, Chili e Google – che, anche se in maniera lenta, stanno attraendo fette di utenti e che come organizzazioni sindacali fatichiamo ad intercettare. Basti ricordare che pochi giorni fa i diritti del campionato di calcio italiano sono stati assegnati alla MediaPro, società spagnola da pochissimo passata in mani cinesi con un pacchetto azionario del 53% circa, che rivenderà la distribuzione a tutti i player abituali, allargando inoltre a nuovi attori tra cui – per fare due nomi – Facebook ed Amazon.
Questi dati obbligano tutti a ragionare in termini di ricadute sulle aziende maggiormente strutturate, e chiariscono bene come i cambiamenti vadano analizzati e compresi prima che impattino violentemente su tutto il comparto.
SKY Italia ha ridimensionato drasticamente la presenza su Roma procedendo a con licenziamenti e trasferimenti, a seguito del quali è stato presentato un ricorso ex art.28. E la vendita a Walt Disney ora rischia di disegnare scenari del tutto nuovi anche a seguito della mancata aggiudicazione dei diritti TV del campionato.
MEDIASET, con la sua offerta da 200 Milioni di euro ha deciso di non investire sui diritti del calcio, seguendo una strategia che punta sulla TV FREE e sui contenuti dell’intrattenimento, investendo anche nel settore della RADIO. È in corso il confronto per il rinnovo dell’integrativo aziendale in uno scenario di incertezze in cui le ricorrenti voci del trasferimento del TG5 da Roma a Milano ne è solo un esempio.
Il Gruppo Cairo, dopo l’acquisizione di La7 e il suo risanamento, ha scalato RCS e anche su questo nuovo segmento ha messo in atto una politica che già quest’anno registra tiepidi segnali positivi, in assenza di misure traumatiche. In La7 si è siglato nel 2017 il Contratto integrativo, il primo siglato in una azienda Cairo, da sottolineare che il gruppo Cairo è la prima vera MEDIA COMPANY del nostro paese.
Per finire Rai. Abbiamo da poco siglato il contratto, un contratto complesso che ha ridisegnato le figure professionali e tutto il sistema classificatorio. Ora rimangono altri nodi da sciogliere; due su tutti: il rinnovo del Contratto di Servizio e l’elezione del membro aziendale nel CDA. La natura stessa dell’azienda impone dei tempi rapidi per la risoluzione di questi nodi.
Quindi il settore è in sostanziale crescita per quanto riguarda gli introiti, ed anche in termini occupazionali i dati dicono che l’ultimo quinquennio si chiude con il segno positivo senza segnare numeri giganteschi. Sul territorio la nostra organizzazione continua ad aumentare la propria rappresentanza e si attesta decisamente come leader del settore a livello regionale.
Dobbiamo invece evidenziare una situazione estremamente difficile in un settore storico e nevralgico per la nostra organizzazione: l’IPPICA
La soppressione dell’ente ASSI /EX UNIRE, la noncuranza del Ministero delle Politiche Agricole, il declino della scommessa ippica, l’evasione dei proprietari di cavalli e la chiusura delle attività negli ippodromi metropolitani, stanno determinando una drammatica crisi che ha ridotto letteralmente in ginocchio tutto il comparto ippico, condannando migliaia di famiglie alla disperazione totale.
In particolare l’impianto di Capannelle che, alla crisi strutturale di tutto il settore, somma altre criticità date dal contrasto con il comune di Roma che sta determinando il mancato rinnovo della concessione. Questa situazione, se non si riuscirà a trovare una soluzione ragionevole, rischia di ripercuotersi pesantemente sullo stabilimento con le logiche conseguenza sociali che si possono facilmente immaginare.
A settori in forte crisi, come l’ippica, si alternano altri che – seppur meno rappresentativi – dimostrano un dinamismo inaspettato. Quello del Personale Dipendente dai Circoli o Impianti Sportivi difatti, è stato un rinnovo contrattuale importante soprattutto se rapportato al mondo cui fa riferimento.
Tale rinnovo con decorrenza dal primo gennaio 2017 ha portato:
- due scatti di anzianità in più
- previdenza integrativa BYBLOS a carico dell’Azienda da 1,5% a 2,0%
Sono particolarmente fiero di questi dati perché sono relativi ad un ambito che difficilmente viene considerato terreno sindacale e che invece, grazie ai Segretari che lavorano sul territorio, sta dando grandi soddisfazioni anche in termini di iscritti.
Un rinnovo siglato invece poco prima di quello precedente, a novembre 2016, è stato quello dei Cartai e Cartotecnici; importante questo soprattutto in merito alla maggior tutela dei diritti e all’aumento soddisfacente dei minimi contrattuali. Tra i punti salienti del rinnovo, va considerato:
- il limite del 35% per l’utilizzo dei lavoratori a tempo determinato, somministrati a tempo indeterminato e a tempo determinato;
- il rafforzamento del capitolo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;
- 120,00 € annue per assistenza sanitaria integrativa universale viene erogata a totale carico Aziendale.
Il 19 febbraio si è finalmente siglata l’ipotesi di rinnovo del contratto di lavoro per l’editoria, dopo una vacanza di circa 8 anni, che sarà come di norma sottoposta alle assemblee dei lavoratori.
I dati relativi alla produzione sono drammatici. Gli impianti, pur di avanzata tecnologia, risultano sottoutilizzati e impegnati mediamente per 2 sole ore sulle 6 disponibile in un turno di lavoro. Il tutto a causa del basso numero di copie in stampa e dell’altrettanto basso numero di pagine per copia.
Tutti questi fattori, uniti al ridimensionamento delle entrate pubblicitarie, stanno causando logici problemi di tenuta.
L’avvento del digitale e la sua sostanziale fruibilità su un numero sempre crescente di apparecchi a prezzi sempre più bassi e in tempi molto più rapidi, sta condannando l’editoria su carta ad un pubblico di nicchia. Queste considerazioni devono spingere però a ragionare su interventi che possano garantire la necessaria tutela verso i lavoratori del settore e ad immaginare soluzioni che possano salvare un mezzo tanto importante per la storia della crescita democratica della società.
IPZS
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ha cambiato da qualche mese il suo nome e stato sociale in Poligrafico e Zecca dello Stato Italiano.
Uno degli obiettivi della nostra organizzazione all’interno del Poligrafico è di monitorare che tutto avvenga nel rispetto delle normative vigenti e nel rispetto del CCNL di categoria, seppur scaduto da più di 2 anni.
Al miglioramento dello stesso, è stato firmato a dicembre un accordo sulla Privacy a tutela sia dei lavoratori sia alla qualità del prodotto finito.
Il 31 gennaio 2017 si è concluso poi, un processo di incentivazione all’esodo e accompagnamento alla pensione che ha portato alla fuori uscita anticipata di circa (300) lavoratori, permettendo un riassetto organizzativo previsto dall’ultimo Piano Industriale e consentendo inoltre un cambio generazionale con l’assunzione di una quota importante di nuovi assunti (196).
Nel corso dell’anno 2017 inoltre si sono tenute le elezioni della RSU negli stabilimenti di Roma e Foggia.
La UILCOM si è riconfermata come prima organizzazione in termini di delegati e di iscritti.
Il 2018 si è aperto con una serie di incontri calendarizzati nei quali verranno affrontati tematiche legate al nuovo PDR per il triennio 2018/2020 e argomenti legati all’orario di lavoro.
Per finire, le iniziative aziendali 2018-2020 saranno funzionali a dare un ulteriore impulso al percorso virtuoso intrapreso dal Poligrafico e dalle Organizzazioni Sindacali atto a rafforzare la capacità aziendale di operare a condizioni di mercato pur perseguendo obiettivi di pubblico interesse.
Nel settore dei Teatri registriamo, al contrario di altre realtà, un forte ritardo nel rinnovo del CCNL, dovuto da un lato alla necessità di costruire un contratto unico per l’intero settore superando la distinzione esistente tra Teatri Pubblici e Teatri Privati, e dall’altro alla contrarietà datoriale ad inserire le figure artistiche nel contratto unico.
Per quanto riguarda il teatro dell’Opera di Roma, dopo il superamento della fatidica operazione dei licenziamenti collettivi che ha visto protagonista la nostra Organizzazione, scesa in campo ai massimi livelli, ancora oggi le nostre RSU sono costantemente impegnate al recupero dei sacrifici economici dei lavoratori a fronte di quell’accordo siglato per risolvere la vertenza e che è ancora in atto nonostante sia scaduta. Grazie alla tutela legale come UILCOM, abbiamo portato a coronamento numerose assunzioni a tempo indeterminato ed altre sono in itinere, nonostante il blocco previsto dal piano di risanamento e stiamo risolvendo diverse vertenze in riconoscimento delle mansioni svolte.
Concludiamo con i recenti rinnovi di altri due contratti: quelli del Cineaudiovisivo e dell’Esercizio Cinematografico; con l’importante inserimento per entrambi della Polizza Sanitaria Integrativa e dell’iscrizione al Fondo Previdenza Integrativa Byblos. Entrambi a totale carico aziendale.
Un capitolo particolare lo dedicherei a Cinecittà, che dopo 20anni di gestione privata con risultati fallimentari, è tornata finalmente sotto il controllo del MIBACT, attraverso l’ISTITUTO LUCE.
Oggi possiamo affermare che la battaglia contro il piano Abete – che vedeva un totale abbandono del core-business dello stabilimento a favore di attività speculative e finanziarie – può dirsi definitivamente vinta. Una vittoria soprattutto delle Rsu UILCOM, che tramite un’attività incessante di protesta – 65 giorni di occupazione nel 2012 – non hanno permesso passasse sotto silenzio lo scempio che si stava consumando.
Poche settimane fa lo stesso ministro Franceschini con toni trionfalistici ha comunicato un piano di investimenti importanti che dovrebbe ammodernare i teatri di posa e aggiungerne di nuovi per permettere agli Studios di tornare ai fasti di un tempo. Ha inoltre annunciato fondi aggiuntivi dall’Unione Europea e soprattutto una collaborazione con la Rai prevista per legge. In tempi non sospetti la UILCOM aveva avanzato una proposta simile all’azienda di Viale Mazzini, al fine di unire due realtà tanto importanti tramite una collaborazione utile per entrambe. Oggi è un piacere sapere che in qualche modo le cose siamo poi andate in quella direzione.
In questo progetto di reindustrializzazione del sito di Cinecittà, la UILCOM ha un obiettivo primario: sviluppare l’occupazione, partendo dal reinserimento dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo due anni fa per effetto della digitalizzazione.
Le nostre Rsu di Cinecittà sono l’esempio concreto di come con passione, competenza e tenacia, si possano raggiungere grandi obiettivi. Questo è il modello e l’idea di sindacato che dobbiamo riportare su tutti i luoghi di lavoro, questo è il modello che ci farà riacquistare credibilità con i lavoratori
Se oggi il sindacato viene visto in alcuni frangenti come avulso dal sistema lavorativo, o percepito come distante dai problemi reali, è perché in alcuni casi si è ritenuto più nobile dedicarsi alle declinazioni politiche dello stesso, quelle per così dire alte, piuttosto che a quelle concrete, più vicine alle esigenze pratiche delle lavoratrici e dei lavoratori.
Le persone si rivolgono alla politica così come al sindacato per avere risposte a problemi veri, che vivono nell’oggi e che oggi necessitano di una risposta. Una parte della struttura di questi organi deve essere in grado di indicare a queste persone la direzione da seguire. Arriverà il giorno in cui a seguito di un nuovo incarico, ci verrà chiesto di produrre un intervento politico, di immaginare un percorso a più ampio raggio, o di prepararci per un tavolo di alto profilo per discutere con controparti blasonate, ma per arrivare a quello dobbiamo prima essere in grado di svolgere bene il ruolo che ricopriamo in questo momento.
Mi avvio alla conclusione per poi lasciare spazio alle vostre considerazioni che mi auguro numerose e coinvolgenti, e proprio a tale proposito vi invito ad usare quei post-it a forma di foglia che troverete nella vostra cartellina.
A prescindere da quanti decideranno di arricchire questo congresso con il proprio intervento, invito tutti ad usare quelle foglie per annotarci sopra consigli, idee, critiche, complimenti, insomma tutto quello che pensate utile al gruppo che oggi si incontra qui. Uscendo le potrete lasciare sul cartellone, proprio sotto l’albero, come foglie arrivate lì per caso, decidendo liberamente se firmarli o meno. L’importante è il contributo.
Questa Segreteria deve essere percepita da tutti voi come una casa aperta, nella quale arrivare per avere un consiglio, discutere un problema, portare una proposta o solo prendere un caffè insieme. Una struttura umana solida si basa principalmente su rapporti sinceri. Non ho la superbia per pensare di poter fare tutto da solo e di farlo bene, motivo per cui ho basato la mia esperienza su una squadra che mi aiuta e mi supporta, squadra nella quale da oggi entrate di diritto anche tutti voi.
Un ultimo passaggio – che ho riservato alla fine data la delicatezza dell’argomento – è quello relativo le Pari Opportunità.
Viviamo un periodo delicato sotto il punto di vista umano, un periodo in cui l’ambizione personale piuttosto che il contesto politico, spingono molto spesso a prevaricare l’altro in maniera violenta e deliberata. E l’altro, nella quasi totalità dei casi, non è un pari grado, non è qualcuno che almeno potenzialmente potrebbe disporre degli stessi mezzi per difendersi, bensì è solitamente rappresentato dalle fasce più deboli dei contesti di riferimento. Il sindacato all’interno dei posti di lavoro deve avere un ruolo di deterrenza anche verso fenomeni di questo tipo.
Purtroppo è inutile negare che un numero importante di questi episodi riguarda la discriminazione di genere nei posti di lavoro. È di poche settimane fa uno studio che mette in mostra come ad oggi permangono differenze sostanziali tra gli stipendi di un uomo e di una donna impiegati nel medesimo inquadramento.
Il Coordinamento per come sarà inteso da questa Segreteria avrà il ruolo di confrontarsi e all’occorrenza produrre soluzioni anche per evitare che questi fenomeni continuino indisturbati a dilagare. Il proposito è molto ambizioso, lo capisco, ma del resto se fosse stato facile, non staremmo qui a parlarne.
Ed ora arriviamo diritti ai titoli di coda.
Voglio ringraziare tutti voi che siete qui, grazie davvero, la partecipazione è importante quasi quanto la nostra presenza tra le lavoratrici e i lavoratori. Facciamoci vedere, facciamoci sentire e spieghiamo le ragioni delle scelte, anche quando impopolari. Facciamo parte di una grande organizzazione, quindi non abbiate timore nel rivendicare questa posizione. Con l’accordo del Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014, che prevede la misurazione di ogni Organizzazione e di conseguenza il proprio peso Politico al tavolo della trattativa calcolato in base ai voti e iscritti, vi chiederei un maggiore impegno durante le elezioni RSU per prendere più voti, e durante tutto l’anno di aumentare il numero degli Iscritti. Non dobbiamo vergognarci di dire che tramite i numeri una sigla diventa maggiormente credibile, non solo – purtroppo – tramite le idee per quanto belle e innovative.
Un grazie particolare, poi, a chi si prende cura di tutta la Segreteria da un punto di vista organizzativo: grazie al mio staff, senza il quale nulla di quello che vedete oggi sarebbe stato possibile. Come vi accennavo poco fa, abbiamo potenziato la nostra posizione social e multimediale, stiamo predisponendo un canale YouTube sul quale canalizzare gli interventi importanti e abbiamo da poco rinnovato completamente il sito per renderlo più fruibile. Vi chiedo in questo senso di partecipare all’attività della Segreteria anche tramite questi mezzi: mettete un bel LIKE alla pagina, condividete i post, consigliatene di interessanti, commentate se pensate utile; insomma partecipate.
Quindi per concludere, nessuno esca da questa sala senza aver prima messo un bel feedback sui nostri profili, senza aver scritto un pensiero su quei post-it e senza aver ben chiaro che da oggi si cambia direzione.
Viva la UIL, Viva la UILCOM.
Grazie e buon congresso a tutti.