CONSODATA: Comunicato Sindacale
In data 20 giugno 2017 le OO.SS. territoriali si sono incontrate con due rappresentanti dell’Assessorato del lavoro presso la Regione Lazio.
L’oggetto dell’incontro è il trasferimento collettivo dalla sede di Roma di alla sede di Milano, comunicato dalla azienda in data 1° giugno 2017 (ex art.44 CCNL)
Le OO.SS hanno evidenziato una possibile incongruità tra l’accordo in essere di CIGS con scadenza 22 giugno 2017 e la comunicazione di trasferimento collettivo, insieme ad altre incongruità macroscopiche che questa decisione aziendale sta facendo emergere tra cui la non garanzia di una continuità aziendale.
L’accordo in essere stipulato nel giugno del 2015 prevedeva una ristrutturazione sulla sede di Roma ( la CIGS è stato aperta solo su Roma escludendo la sede di Milano) e oggi al termine dell’accordo si chiede il trasferimento della sede principale di Roma a Milano.
Si è richiesta alla Regione una verifica puntuale della congruità dell’accordo in essere e della ottemperanza degli obblighi assunti dalla azienda nello stesso accordo.
Preso atto che l’azienda ha cambiato idea sulla strategicità e vendita della stessa, non accetteremo mai che si cambi idea sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie, consapevoli che se verrà presentato un piano serio e credibile di rilancio sia i lavoratori che le OO.SS e l’azienda faranno la loro parte.
La Regione convocherà l’aziende a breve, per richiedere una verifica in merito all’ottemperanza dell’accordo e alla richiesta di presentazione di un piano industriale, che possa garantire la continuità aziendale e si attiverà in tutte le direzioni per stimolare l’azienda a fare scelte imprenditoriali corrette.
La suddetta, inoltre, intende fare richiesta per intervenire all’incontro che si terrà al MISE domani 22 giugno 2017 a tutela del lavoro all’interno del territorio e alla conseguente garanzia occupazionale che ne deriva.
A tal proposito si indice una mezza giornata di sciopero per domani pomeriggio (ad iniziare dalle ore 14:00) contro la politica scellerata dell’azienda e contro quello che non è un piano di “rilancio” ma solo e semplicemente un atto di macelleria sociale.